Nel consiglio comunale di ieri sera il gruppo Uniti per Cogliate sull’adozione del Piano di Governo del Territorio ha deciso di non prendere parte alla discussione e alla votazione.
E’ stata una scelta coerente con le posizioni assunte in passato dal nostro gruppo.
In un'altra occasione UPC aveva abbandonato la discussione in consiglio, si trattava allora di una variante allo strumento urbanistico (PRG) e le motivazioni della nostra decisione erano le stesse di ieri sera.
Di questo PGT si è sentito parlare poco e solo in astratto: nemmeno i consiglieri comunali hanno mai potuto leggere qualcosa di scritto e definitivo (la replica del sindaco: “non potevo mica fare le fotocopie per tutti!”).
Il metodo utilizzato per la stesura del Piano è stato poco trasparente e democratico, non è stata convocata nessuna commissione consiliare specifica, è stato un lavoro di poche persone riunite attorno a un tavolo a porte chiuse. Il sindaco non può neanche vantarsi – come ha fatto – di aver coinvolto la cittadinanza organizzando assemblee pubbliche perché non c’è mai stata la volontà di confrontarsi su questo tema ed i pochi momenti di presentazione che ci sono stati erano passaggi minimi dettati dalla legge che andavano adempiuti obbligatoriamente.
Non era necessario adottare il PGT ieri sera, e infatti ci siamo chiesti per quale motivo si sia voluta fare questa forzatura e portare il Piano di Governo del Territorio nell’ultimo consiglio comunale utile del mandato amministrativo.
Ieri sera il sindaco, in vistosa difficoltà per i disaccordi all’interno della sua maggioranza, ha tentato di ribaltare la situazione a suo favore.
Non è affatto vero – come invece sostiene Walter Cattaneo – che ora mancheranno i tempi per l’adozione del PGT: c’è tempo fino al 2010. Il sindaco questo lo sa, ma non l’ha ammesso.
Un continuo inganno, fino alla fine, per coprire le lotte interne alla maggioranza, e scaricarsi di dosso le proprie responsabilità politiche.
Infatti alla nostra scelta di non partecipare al voto è seguita la medesima decisione da parte di quattro consiglieri fuoriusciti dalla maggioranza, e visto il dimezzamento del numero dei consiglieri, il sindaco è stato costretto a ritirare dall’ordine del giorno l’adozione del Piano di Governo del Territorio.
Si è consumata ieri quella rottura politica da tempo annunciata (due assessori hanno inoltre rassegnato le dimissioni dai loro incarichi), tutto questo ad un mese circa dalle elezioni: un bel modo per concludere dieci anni di fallimento amministrativo.