giovedì 12 novembre 2009

A proposito di Crocifisso nei luoghi pubblici

Come risolvere il problema della esposizione del Crocifisso nei luoghi pubblici non destinati al culto e agli atti religiosi?
La soluzione va cercata nel vicendevole rispetto della laicità dello Stato e della libertà religiosa.
La cultura non confessionale ha assimilato elementi di cultura religiosa, integrandoli nelle strutture civili. Il primato della persona umana, il valore della solidarietà, il principio di sussidiarietà: valori di origine religiosa divenuti anche valori laici non confessionali, recepiti in trattati costituzionali o internazionali.
Ovviamente per chi crede è inaccettabile ridurre il cristianesimo a “religione civile” e risulta fuorviante considerare la religione come mero fattore di stabilizzazione e di integrazione sociale.
Dunque il Crocifisso è un simbolo essenzialmente religioso; ciononostante in larga misura assimilato culturalmente, così da trasformarsi pure in un simbolo civile. Nessuno del resto può negare che il cristianesimo sia uno dei fattori fondamentali all’origine della civiltà occidentale e della cultura europea. La Croce non offende la laicità dello Stato perché assume anche un valore di identità civile e culturale.
Il Crocifisso è simbolo civile e culturale di libertà, giustizia, solidarietà e pace. Rimanga pertanto lì dove è esposto. Rimuoverlo apparirebbe un atto di intolleranza e un gesto di inciviltà.
La Croce non è segno di discriminazione, ma di unità e di uguaglianza. Non può mai essere usata come strumento di discriminazione culturale, politica o sociale: farlo equivarrebbe a contraddirne il significato originario e a ridurre l’universalità del suo messaggio.
In questo contesto appare inaccettabile qualsiasi tentativo di strumentalizzare la religione e il Crocifisso a fini politici. E’ la Chiesa ad insegnarci a diffidare di chi si fa paladino di battaglie politiche in difesa di interessi religiosi.
Alcune reazioni a favore del Crocifisso lasciano perplessi. Evidente è la contraddizione tra le dichiarazioni ed i comportamenti politici.
Il Concilio Vaticano II afferma che “la Croce è simbolo di amore e di accoglienza aperta a tutti i popoli e tutte le razze” e che “Cristo crocifisso ha voluto identificarsi con i poveri, i diversi, i più diseredati e i più indifesi”. In questo senso è assai poco coerente schierarsi a favore del Crocifisso nei luoghi pubblici e assistere indifferenti o adottare scelte politiche contro determinati principi cristiani e civili.
Crocifisso quindi come simbolo civile e culturale, da lasciare lì dov’è, senza sollevare troppe polemiche; e senza dimenticare il prioritario significato religioso, fondamentale per chi, da credente, sceglie di impegnarsi in politica.


“Il Crocifisso è un simbolo da testimoniare con la vita, piuttosto che da tenere appeso con un chiodo alla parete. Il Crocifisso sta in piedi da solo, non perché imposto per legge, ma grazie alla forza intrinseca del suo messaggio religioso e civile e alla testimonianza di quanti ispirano ad Esso il proprio impegno, anche politico, per costruire una umanità più fraterna.”
(padre Bartolomeo Sorge)